Archivio mensile:febbraio 2018

di bellezza, vita, amicizia

Una serata come altre, dopo un bel pomeriggio in manifestazione, complice la neipa e chiacchiere che a volte si sottovalutano, mi son trovata a riflettere su temi importanti quali la bellezza, la vita, l’amicizia.

Rientro a casa, lascio la bici in cortile. Ho le estremità semi-congelate e mentre ritorno nell’atrio penso che come al solito salirò le scale a piedi. Ma l’ascensore è lì che mi aspetta ed entro. 4° piano. Mi guardo allo specchio, come sempre si suole. Vedo le guance leggermente scavate, quattro lentiggini e lo sguardo dolce di chi ha sempre in serbo un sorriso. E penso alle tue parole, Fede, “no, tu col trucco? Ma va, tu hai una bellezza naturale”. Sono cose che si dicono alle donne che non si truccano, chissà, forse anche quando si pensa “potresti prenderti un po’ più cura di te” o come non ebbe esitazione a dirmi un capo, donna, anni fa “se ti truccassi, saresti bellissima”. Mentre tu neanche col trucco, ricordo di aver pensato.
Io nello specchio dell’ascensore ho visto la bellezza dell’accettazione.
Ho pensato che la bellezza nasce lì e se tu la vedi, mi stai guardando dentro.
Ho pensato a come si cambia quando si inizia a cercar dentro invece che fuori.
Ho pensato che mentre ho amici che chiedono foto di cosce a donne incontrate in chat, e queste gliele mandano! io aspetto di rivedere una persona che ha stimolato la mia curiosità con gesti semplici e che pur senza rappresentare il mio ideale di bellezza, ha saputo mostrarmela. Tutti siamo belli quando veniamo a patti con noi stessi, quando non abbiamo bisogno di nasconderci o mentire, ma al contrario rappresentiamo chi siamo.

E se tu, Andrea, in me vedi cieli azzurri e prati verdi, il sole che splende e gli uccellini che cantano, forse ci sto riuscendo. Se col mio essere riesco ad offrirti anche solo qualche attimo di leggerezza, io ringrazio l’universo per quest’occasione di contaminazione. “…che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Ed io macigni sul cuore sento di non averne. Ma è stata una scelta, una scelta inevitabile che ho deciso di prendere perché l’alternativa non era più vita. Son passati degli anni, ci son stati alti e bassi, ma soprattutto molta consapevolezza del percorso che sto portando avanti, voglia di parlarne e condividere. E chi c’era lo sa. Mattia mi ha visto sotto un treno e mi ha fatto ridere finché non ho ricominciato a respirare. E se oggi mi scrive che bello sentirsi chiamare miglior amico, il mio invito è per lui e per tutti a riflettere sul significato e l’importanza dell’amicizia.
Coltiviamo l’amicizia, sempre.
Troviamo il tempo per chi ha bisogno.
Ci vuole molta forza per stare in piedi da soli.

La scorsa estate ho compiuto 10 anni. 10 anni single. E no, non per scelta, Fra. Anche tu, ieri, come i più, me l’hai chiesto. “Sei una bella ragazza” hai detto. Ma essere una bella ragazza non serve ad avere una relazione. Ti porta dei complimenti e alle volte una birra, ma mai al birrificio. Porta attenzioni vacue di cui faresti a meno e una sensazione di incomprensione e incomunicabilità. E qui ritorno alla scelta. Esser single per tutti questi anni non è stata una scelta. Molto semplicemente non ci state le condizioni minime per costruire una relazione. Non c’era l’attenzione, né il desiderio o la complicità. Perché io non ho voglia di rincorrere nessuno, né di venir rincorsa. O forse il contrario e cito ancora Italo Calvino quando “M’accorgo che correndo verso Y ciò che più desidero non è trovare Y al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo verso di lei ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me.”